Il confronto odierno organizzato dall’associazione ‘Giovanni Panunzio’ con i candidati sindaci alle prossime elezioni comunali a Foggia sulla mafia e sulla legalità si è trasformato -non per volontà degli organizzatori, che ringraziamo per l’invito e l’occasione importante sprecata- in un indegno tiro al bersaglio rispetto a una candidata.
Nel caso specifico, la candidata sindaca Maria Aida Episcopo, colpevole di guidare una coalizione che si propone di realizzare un cambiamento rispetto alla precedente di centrodestra guidata da Franco Landella e che ha portato allo scioglimento dell’amministrazione comunale per infiltrazioni mafiose.
Il candidato sindaco Raffaele Di Mauro, la stessa persona da sempre vicinissima all’ex sindaco, ha definito il Campo largo progressista a “un minestrone indigesto”, dimenticando la relazione di scioglimento da parte del prefetto e i suoi contenuti.
Il candidato sindaco Giuseppe Mainiero, che ha smesso di sostenere l’ex sindaco Landella dopo che la sua assessora di riferimento è stata silurata (altrimenti il suo sostegno non sarebbe stato messo in discussione), ha strumentalizzato due manifesti affissi abusivamente, prontamente rimossi e che non hanno alcun collegamento con la criminalità, per allusioni gravissime che respingiamo con fermezza. E ha attaccato ripetutamente la stessa coalizione che aveva sostenuto al ballottaggio alle ultime amministrative, in particolare la giunta Mongelli: “I guai di questa città iniziano con la giunta Agostinacchio e la Federico II. Quindi smettiamola col torcicollo. Mongelli ha fatto il commissario liquidatore di questa città, diciamoci la verità, chiamato a risolvere i danni del secondo Agostinacchio, che è stato l’inizio della fine di questa città”, le sue parole in occasione dell’apparentamento.
Il candidato sindaco Antonio De Sabato ha parlato di permeabilità della coalizione Campo largo progressista a possibili infiltrazioni.
Accuse e illazioni che Episcopo ha smontato una ad una, con pacatezza, riferimenti normativi e legislativi e argomentazioni puntuali e mirate, e spazzando via mistificazioni e falsità che sono la cifra stilistica e distintiva di queste persone.
Le liste dei candidati del Campo largo progressista sono state attentamente vagliate candidato per candidato, e sono vergognosi i tentativi di screditare persone oneste, preparate, coraggiose nel tentativo di racimolare consenso.
È un modo di fare e di intendere la politica che è lontanissimo dal nostro, che denunciamo e stigmatizziamo: non possiamo più accettare e tollerare un atteggiamento così aggressivo nei toni e nei modi assolutamente scomposti, rivolti all’indirizzo esclusivo dell’unica donna. Probabilmente proprio perché è una donna.