Un sentito ringraziamento a tutte le unità della Guardia di Finanza – Gruppo di Foggia -, del Nucleo Pef di Bari- Gico e dello Scico di Roma impegnate nell’operazione che oggi ha portato all’arresto di 16 persone.
La conclusione dell’indagine coordinata come sempre in maniera esemplare dalla Procura della Repubblica, conferma ancora una volta il livello elevato di pericolosità raggiunto dalla criminalità foggiana, la rete articolata della Società che può contare su numerosi affiliati per organizzare le piazze di spaccio e riversare quantità enormi di cocaina nel tessuto sociale ed economico della nostra città, nelle esistenze di giovani e di adulti che vengono stravolte; i paletti travolti che dividono la legalità dal buio in cui il disagio e la mancanza di opportunità e alternative favoriscono tentazioni e derive che rappresentano una sconfitta per la comunità tutta.
Una rete che lo Stato sta affrontando in maniera per me eroica per abnegazione, professionalità, spirito di servizio e sacrificio in ogni componente delle forze dell’ordine e della magistratura, ma con gravissime carenze di organico. Presidiare il territorio con uomini e mezzi adeguati all’emergenza, dal centro alle periferie, di giorno e di notte, non può essere più un impegno generico da rimandare a data da destinarsi, ma una necessità alla quale il Ministro dell’Interno, quello della Giustizia e il Governo in carica nel suo insieme, non possono più sottrarsi. A prescindere da chi vincerà le elezioni amministrative, perché la sicurezza dei cittadini e delle persone che a Foggia sono di passaggio, come documentato ieri da Pietro Armenti, non può essere inserita o cancellata dall’agenda politica in base al colore politico dell’amministrazione in carica.
C’è tanto, tantissimo altro da fare, ovviamente. Ma parlare di sicurezza e legalità senza denunciare la grave carenza nelle piante organiche dei servitori dello Stato vuol dire limitarsi a uno slogan generico e insopportabile.